Domenico Maglione, fonte Il Mattino
La cronica carenza di manutenzione – il Comune non mai riuscito a fronteggiare i costi di gestione e ora, alle prese con finanze asfittiche, non in grado di investire nemmeno un euro – ha determinato una situazione di grande precarietà strutturale che mette a rischio l’utilizzo dell’impianto. «C’è gente che dimostra di non avere cura del bene pubblico: l’amministrazione comunale ha le sue colpe, legate alla gestione, ma se la struttura si trova in questo stato di degrado molto va imputato anche a quelle persone, probabilmente giovani, che per noia deturpano le aiuole, danneggiano i giochi e gli impianti, devastano i viali – affermano alcuni rappresentanti di un’associazione culturale che proprio l’altro giorno ha convocato una manifestazione in villa attirando decine di bimbi con i genitori. Al palazzo di piazza Raffaele Cimmino più volte si era pensato di creare all’interno del parco (oltre 70mila metri quadrati) una bouvette da dare in gestione a privati ai quali affidare anche il compito di aprire e chiudere i cancelli di accesso e creare una presenza fissa che in qualche modo fungesse da deterrente contro i malintenzionati. L’unica cosa certa, al momento, però, è il degrado. E i raid che pure non mancano. In una delle ultime incursioni, addirittura i delinquenti hanno alzato il tiro dando fuoco ad alcuni giochi collettivi dell’infanzia poi sostituiti solo grazie all’intervento di privati. La villa avrebbe bisogno di un maquillage che non può più attendere. L’impianto di illuminazione è, infatti, fuori uso come pure gli spazi polivalenti per la pratica di basket, pallavolo, pattinaggio avrebbero bisogno di ben altra cura al di là di quella encomiabile garantita da alcuni giovani volontari.
E poi, altro tallone d’Achille resta la sorveglianza: l’area, soprattutto con l’avvento della stagione primaverile, potrebbe essere utilizzata dagli sportivi per jogging e ginnastica, invece, non di rado è invasa da randagi e feroci cani, senza museruola, portati dai loro padroni a sgambettare, liberi da guinzagli, nel parco pubblico incuranti di mettere a rischio ulteriore chi, già a proprio rischio, cerca di utilizzare l’impianto per il tempo libero e per lo sport.