Intanto ci si arrangia. «Bombole scomode e potenzialmente pericolose: disagio avvertito soprattutto in inverno. Altro problema: le ditte private che si aggiudicano la fornitura ad un prezzo che, al momento della sottoscrizione del contratto, appare se non vantaggioso, in linea con i prezzi di mercato, dopo qualche tempo, unilateralmente ne aumentano il costo fuori da ogni controllo e non sempre il consumatore ha gli strumenti per contestare» dice un residente del parco di via Colonnello Barbato. Con la conseguenza che si usa il gas solo per l’acqua calda. «Nelle case di Frattamaggiore, centro confinante, arriva il metano: disporne non è solo questione di un combustibile diverso. L’utente si interfaccia con società e meccanismi di livello nazionale e non ci sono problemi come quelli evidenziati nel nostro condominio, per esempio nella città vicina a breve verrà sostituito l’attuale contatore vecchio tipo con un altro telegestito. E se ci dovessero essere lavori da eseguire , se ne farà carico la società erogatrice» conclude l’utente.
Frattaminore è inserita nella delibera del Cipe del 1988 dei comuni da metanizzare, ma il Comune inspiegabilmente non ne approfitta. E mentre nelle case dei residenti dei centri vicini arriva il gas, i frattaminoresi sono ancora costretti ad utilizzare le bombole. Nel 2015, il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, offre l’opportunità a tutti i comuni rimasti fuori dalla prima tornata di poter accedere ai fondi: il 49% dell’importo dell’opera, che nel caso di Frattaminore è preventivato in 10 milioni di euro. La richiesta però viene, irresponsabilmente, inoltrata oltre i termini previsti e Frattaminore finisce in coda alla graduatoria.
Sono trascorsi altri quattro anni. «Non abbiamo calato l’attenzione, la metanizzazione resta un nostro obiettivo, non abbiamo strumenti per sollecitare lo scorrimento della graduatoria per essere ammessi ai fondi, possiamo solo attendere» conclude il sindaco Giuseppe Bencivenga.
fonte Giuseppe Maiello IL MATTINO