Spesso notiamo che in tanti Comuni, maggioranza e opposizione, nell’ignorare completamente l’etica politica e morale delle proprie funzioni pubbliche, lasciano cadere nel dimenticatoio qualsiasi azione di controllo degli atti, in particolare su gare d’appalto e licenze edilizie private. Facile immaginarne i motivi: c’è sempre un interesse diretto o indiretto o familiare. Non scopro certamente l’acqua calda, ma ogni tanto è bene ricordarlo, prima alla politica e poi alle forze di polizia giudiziaria. Non bisogna mai mollare la presa, mai spegnere i riflettori su atti e concessioni edilizie che all’apparenza appaiono legittimi e legali, ma tra le righe, spesso e volentieri, si annida il virus della corruzione, della falsificazione, della complicità di vari soggetti politici e funzionari. E il comparto edilizio, oltre a quelle delle gare d’appalto, rappresenta il pìù colpito da fenomeni corruttivi, basta leggere le cronache politiche e amministrative di ogni giorno. E l’area a Nord di Napoli è una di quelle sicuramente ad alto rischio. In molti Comuni non esiste nè opposizione (solo di facciata) nè controllo, in tal contesto, dobbiamo dire grazie agli organi di polizia giudiziaria che intervengono quando ci si trova di fronte a dettagliate segnalazioni, private e pubbliche, da intuizioni giornalistiche rese di pubblico dominio ma ignorate dalla politica. Con il fallimento della funzione primaria della politica, l’unica speranza che rimane ai cittadini è la Procura della Repubblica, alternative non esistono.