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Frattamaggiore, FESTE, FARINA E FORCA, TIREMM INNANZ! “Fino a quando si urla dai banchi dell’assise cittadina o si scrivono critiche sui social, senza andare fino in fondo nelle sedi competenti, il sindaco potrà dormire sonni tranquilli”

Le ultime vicende politiche frattesi avallano ancor di più la nostra tesi di un’amministrazione sempre più salda alle poltrone che nessuno intende lasciare, pur consapevoli di non produrre altro che disservizi e malcontento nei cittadini. Una serie di proclami e dietro front di certi consiglieri che paradossalmente, rafforzano il sindaco Del Prete. Fino a quando si urla dai banchi dell’assise cittadina o si scrivono critiche sui social, senza andare fino in fondo nelle competenti sedi, il sindaco potrà dormire sonni tranquilli. Frattamaggiore politicamente è una città di “riposo” dove gli elettori sono abbastanza mansueti nell’accettare passivamente tutto ciò che gli amministratori fanno e non fanno. Ovvio che i Consiglieri comunali si adeguano a tale mansuetudine, certamente non da gilet gialli francesi e nè fanno di tutti i colori, meno che il giallo.  Ferdinando di Borbone nel governare il popolo napoletano usava la famosa linea politica delle tre f: feste, farina e forca.  Per Ferdinando di Borbone, il popolo per prima cosa andava distratto con continui festeggiamenti in grado di allontanare lo sguardo dai problemi reali, creare aggregazione e, soprattutto, far provare gratitudine per i governanti. Un popolo che non si ribella è anche un popolo che riesce a mettere il pane sulla tavola tutti i giorni, mentre la forca era la paura che, sempre e comunque, i sudditi dovevano provare nei confronti dell’autorità nel far rispettare i suoi ordini e le leggi. Per questo le esecuzioni venivano svolte in pubblica piazza, in presenza di tutta la cittadinanza: tutti dovevano assistere, tutti dovevano comprendere cosa succedeva a chi andasse contro l’ordine costituito. Siamo nel 2018, per fortuna non c’è più Ferdinando di Borbone con le sue teorie “popolari”, ma se non c’è più nemmeno la forca, e la farina ormai è a costo zero, rimangono però le feste per distrarre: purtroppo la cosa strana è rappresentata dal fatto che le feste distraggono più i consiglieri comunali che il popolo, al quale fa piacere assistere ad un concerto e vedere brillare un albero di Natale di plastica, ma sicuramente farebbe più piacere avere un’amministrazione efficiente, i servizi alla persona, strade illuminate e pulite, ambiente e urbanistica a misura d’uomo e ammirare un albero vero che non c’è più come il pino abbattuto. Oggi regna soltanto un caos generale, ma le poltrone sono “sacre” come le indennità percepite e non si possono perdere. Tiremm innanz!

 

 

 

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