Del Prete era il rappresentante provinciale e presidente nazionale del Sindacato Nazionale Autonomo Ambulanti: difendeva i commercianti costretti a pagare il pizzo e fu ucciso per aver denunciato il racket imposto dalla camorra sui mercati delle province di Napoli e Caserta. Il giorno dopo la sua uccisione sarebbe dovuto andare a testimoniare al processo contro un vigile urbano di Mondragone, che aveva denunciato alla squadra mobile di Caserta per racket.
La storia di Federico si snoda nel contesto della mafia casertana, in un settore particolarmente delicato in cui, attraverso i suoi iscritti e la sua attività di denuncia, evidenziava l’enorme malaffare diffuso nei comuni di Casal di Principe, Capua, San Marcellino, Mondragone, Villa Literno, nel casertano, e nelle zone di Frattamaggiore, San Giovanni a Teduccio, Acerra, nel napoletano, insomma tutte zone ad alto rischio criminale. Ad ucciderlo fu Antonio Corvino, uno dei killer del clan dei casalesi, condannato a quattordici anni di reclusione.
Per aver combattuto come sindacalista battaglie di legalità per gli operatori del commercio ambulante e aver efficacemente collaborato con le forze dell’ordine, gli fu conferita nel 2009 la medaglia d’oro al Merito civile.
Lo Stato ha onorato il suo sacrificio con il riconoscimento concesso a favore dei suoi familiari, costituitisi parte civile nel processo, dal Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso di cui alla legge n. 512/99. Nel Mese di Febbraio del 2020, per onorarne la memoria e quella di tutte le vittime innocenti delle mafie, uno dei sette figli di Federico Del Prete, il Dott. Gennaro Del Prete ,Funzionario di Servizio Sociale presso il Ministero della Giustizia e Premio Borsellino 2011 per l’impegno sociale e civile, fonda l’associazione di promozione sociale “Memoriae”
fonte ministero interno