L’emergenza sanitaria, per fortuna, vive una fase di declino e si può tornare a parlare di politica e dello sviluppo della nostra città.
In verità, prima e durante il Covid-19, non abbiamo mai staccato la spina. Anche durante la pandemia, abbiamo messo in evidenza alcune problematiche.
Siamo stati chiari e trasparenti, corretti e leali nei confronti di Frattamaggiore, dicendo sempre ciò che pensassimo, affermando una realtà data dalla caratterizzazione oggettiva dei fatti, di ciò che stesse accadendo.
Siamo stati precursori di un malessere che per 5 anni si è diffuso sul territorio di fronte ad un’amministrazione e ad un progetto politico che non sono mai decollati.
Si è andati avanti sulla programmazione del decennio precedente raccogliendo ancora i frutti della passata esperienza del governo locale.
Nonostante ciò, ho lavorato sodo, ho sempre dato consigli al sindaco e agli alleati, mai ascoltati. Anzi, sistematicamente si faceva l’opposto di quanto consigliavo, mostrando un personalismo esasperato.
Da segretario del Pd in questi lunghi 5 anni non ho mai nascosto nulla, ogni dubbio, ogni idea, ogni proposta, ogni critica, sono sempre stati avanzati alla luce del sole, senza barattare mai la città con incarichi e poltrone. Mi sono speso, sono stato a disposizione del partito e di Frattamaggiore nonostante il primo cittadino avesse fatto di tutto per isolare il Pd, svuotando il gruppo consiliare e mortificando la sezione, questa segreteria e i nostri militanti. Eppure, i risultati del suo esecutivo, sotto gli occhi di tutti, erano e restano deficitari.
La maggioranza è crollata. Non solo i consiglieri che si sono stretti attorno alla mia figura, ma addirittura Marco Del Prete è riuscito a far passare all’opposizione consiglieri comunali di centrosinistra che lui stesso, ancora oggi, continua a considerare dei “fedelissimi”. Dimostrando scarsa percezione politica della realtà. Si è dimesso il presidente del Consiglio comunale, chiarendo nella sua nota di porsi in una posizione equidistante, e il capo dell’esecutivo non ha avvertito l’esigenza di un confronto che puntasse al rilancio del centrosinistra. E’ passata all’opposizione un’altra consigliera di spessore e da sempre collocata nel centrosinistra, l’avvocato Maria Teresa Pezzullo, eletta nelle fila del Pd. E la risposta del sindaco è stata il silenzio. Del Prete ha alterato e depotenziato il valore della coalizione di centrosinistra vincitrice delle ultime Amministrative. Come se le persone non contassero nulla, come se la credibilità dei singoli soggetti, la storia, la militanza, la capacità di tramutare le idee in azioni di governo, non contassero nulla.
Noi non crediamo che la politica sia solo sommatoria di voti perché, come abbiamo sempre dimostrato, prima dei voti per noi contano le idee e la capacità di programmare e di realizzare sviluppo. Prima dei voti, contano la condivisione di percorsi e di obiettivi. Su questo la differenza tra noi e il sindaco in carica non solo è stata sin da subito evidente ma negli anni, quella differenza, si è tramutata in un solco invalicabile.
Il sindaco arriva a fine consiliatura senza il sostegno della sua maggioranza; Marco Del Prete guida una minoranza al governo di Frattamaggiore; ha tradito il mandato elettorale, perdendo totalmente il sostegno e la credibilità dei partiti, dei movimenti e dei consiglieri di centrosinistra. Lo abbiamo avvisato più volte che la strada da lui imboccata portasse dritti nel baratro, sia la coalizione di centrosinistra che la nostra città. Invece, il capo dell’esecutivo, mercoledì scorso, 27 maggio 2020, davanti al segretario provinciale del Pd Marco Sarracino, ha rappresentato uno scenario surreale, distinto e distante dalla realtà. Il sindaco ha spiegato che l’amministrazione ha lavorato bene, che tutti sono con lui, che tutti hanno preso le distanze dal Pd ma non dalla maggioranza e dall’amministrazione. Per il capo dell’esecutivo, il fallimento di questa esperienza di governo e, prima ancora, il fallimento del Pd e del centrosinistra, sono da addebitare alla mia segreteria.
Personalmente non credo, e dagli attestati di stima che in queste ore ho ricevuto non solo dal segretario provinciale del Pd, ma anche dai parlamentari, dai consiglieri comunali, dai militanti, dai consiglieri regionali, dai tesserati, ne sono ancora più convinto. Non è presunzione. A parlare sono i miei 25 anni di militanza sempre dalla stessa parte; sempre al servizio della stessa comunità politica, cercando di servire la collettività con grande impegno, costanza, disponibilità e sacrificio. Fino all’ultimo congresso della sezione locale che mi ha rieletto segretario all’unanimità. Anche in questo caso, il 2 febbraio, ho preferito rappresentare tutte le anime, nonostante avessi i numeri e la credibilità per fare da solo. Ma la politica per me è sempre stata partecipazione e coinvolgimento. Na visione alternativa a quella dell’uomo solo al comando. Anche in questo caso non ho tradito la mia visione. Ho la maggioranza del direttivo Pd, avrei potuto fare da solo, continuare per la mia strada ma ritengo che il percorso sia un altro. E ne sono ancora più consapevole avendo ascoltato le parole di Marco Del Prete. Hanno mortificato pure la mia storia e il mio impegno nonostante i risultati siano a tutti visibili: il sindaco considera il sottoscritto l’unico ostacolo al rilancio della sua amministrazione. Non potevo crederci ma questo ho ascoltato con le mie orecchie.
Ecco perché a questo punto, con grande amarezza, rassegno le mie dimissioni da segretario del Pd e consegno la tessera al partito. Un gesto forte, per certi aspetti coraggioso, ma si tratta innanzitutto di un gesto di chiarezza nei confronti della mia città, della mia comunità, di chi mi ha sempre sostenuto e seguito e di chi, da anni, mi chiede un ritorno in campo per cercare di risollevare una città la cui programmazione è ferma da 5 anni. Lascio il Pd ma non rinnego la mia storia di progressista, di riformista e di democratico. Porto con me un bagaglio di valori enorme che cercherò di valorizzare con rinnovato impegno in un nuovo percorso che mi vedrà e ci vedrà protagonisti. Anzi, il mio passo coraggioso va nella direzione di favorire ancora più partecipazione, valorizzando le migliori energie mortificate in questi anni di personalismo e di mediocrazia.
Una città dove è stato garantito solo l’ordinario ed anche male.
In questi giorni ho ricevuto sollecitazioni da più parti: consiglieri comunali, cittadini, associazioni, professionisti, giovani, amici. Tutti mi chiedono di scendere in campo. Tutti mi chiedono di candidarmi a sindaco. Un pressing che mi lusinga, attestati di stima che fanno piacere ma a fare la differenza sulla mia scelta resta l’idea di città. Ci siamo confrontati e nei prossimi giorni allargheremo la partecipazione sempre di più sull’idea di città, avvertendo la necessità di mettere in campo una classe politica e dirigente che torni ad occuparsi dei problemi di Frattamaggiore, della visione, dello sviluppo, della programmazione, dell’efficienza. Di fronte alla chiamata della città non mi sono mai tirato indietro e non lo farò nemmeno questa volta se si dovessero verificare le giuste condizioni.
Ufficializzo la mia disponibilità sulla candidatura a sindaco come espressione di un progetto politico ampio che veda protagonisti liste civiche e partiti che intendono condividere con noi percorso, visione, programma, obiettivi e l’idea di città che vogliamo realizzare, recuperando il tempo perso durante gli ultimi 5 anni. Rimettere al centro la politica, la partecipazione, il confronto, le idee, le soluzioni, i problemi. Sono sempre stato disponibile e oggi ancora di più consapevole del duro impegno che attende tutti noi. Non mi tiro indietro, sono in campo con ancora più forza e determinazione ma soprattutto con quell’amore che da sempre ha contraddistinto il mio impegno per la mia città. Ripartiamo da qui, con umiltà e consapevolezza; sarà il tempo a stabilire chi ha ragione.
Frattamaggiore. Di più. Di nuovo!
#francesco