Riqualificazione urbana, ambiente, sostenibilità, lotta al degrado e alla criminalità, beni culturali, paesaggistici e architettonici, l’occasione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per rilanciare l’area metropolitana di Napoli: queste alcune dei punti di in documento che gli architetti napoletani stanno consegnando ai candidati a sindaco di Napoli che si stanno alternando nella sede dell’Ordine degli architetti di Napoli e Provincia nella galleria Umberto I per illustrare i loro programmi. Le risposte degli aspiranti sindaci andranno integralmente sul sito http://www.na.archiworld.it dell’Ordine, presieduto dal professore Leonardo Di Mauro.
“La prossima tornata delle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale, dei Parlamentini delle 10 Municipalità e del Sindaco di Napoli – si legge nel documento approvato dal Consiglio dell’ordine – riveste un interesse di prioritaria importanza per le seguenti ragioni: 1. Il grave disavanzo economico di circa tre miliardi di euro accumulatosi nell’ultimo decennio; 2. La macchina amministrativa depauperata della risorsa umana di dipendenti e mezzi; 3. Il decentramento amministrativo mai compiuto tra Comune e Municipalità; 4. La necessità di allineare piani e progetti alle misure, agli investimenti e alle riforme del PNRR; 5. Il ruolo di Napoli come capitale euromediterranea; 6. L’esigenza di invertire l’attuale tendenza alla densificazione urbana della fascia costiera e desertificazione della gran parte della Campania; 7. L’urgenza di contrastare la dittatura armata della criminalità organizzata sul territorio”.
“Il degrado ambientale e il degrado sociale – si legge ancora nel documento – sono gli aspetti complementari del sottosviluppo economico e culturale attuale della città e della sua area metropolitana nonostante l’ingente e straordinario patrimonio di stratificazione storica e la bellezza naturale e paesaggistica che sopravvive al disordinato sviluppo edilizio”.
“Il paesaggio e il buon governo della città – sottolineano gli architetti – richiamano al dovere di amministrare con rigore e parsimonia le risorse collettive senza sprechi e nella direzione del recupero prudente dell’esistente. La crisi sanitaria non ancora superata, che ha imposto il distanziamento e l’obbligo vaccinale per riprendere le attività lavorative ed economiche in sicurezza, ha anche impietosamente dimostrato l’errore commesso con la teorizzazione e la realizzazione della densificazione urbana e della rigenerazione con incrementi di superfici e cubature superando ogni esigenza di riequilibro regionale e territoriale nella distribuzione di servizi e valori urbani nella salvaguardia dell’armatura urbana storica così ricca e pregevole in particolare nell’ambito della Città Metropolitana”.
“Le proposte di cooperazione istituzionale tra l’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia e la futura Amministrazione – continua ancora il documento – si articolano nelle seguenti linee programmatiche: risanamento ambientale; alleggerimento della densità edilizia e abitativa; risoluzione della congestione permanente del traffico; ammodernamento delle reti infrastrutturali; riconversione del sistema produttivo obsoleto in attività a tecnologia avanzata e non inquinanti; recupero prudente della città stratificata e riqualificazione dei quartieri periferici; dotazione dei servizi collettivi e delle attrezzature pubbliche necessarie alla vita associata delle comunità e dei cittadini”.
“Per i Comuni italiani – precisa l’Ordine – il PNRR offre opportunità in numerose direzioni: a) La transizione digitale e i nuovi ambienti di lavoro di cui dotarsi per la PA e per il mondo del lavoro in senso più ampio e questo richiede l’organizzazione degli spazi di lavoro e le nuove frontiere dell’architettura e dell’urbanistica nel tema specifico; b) La semplificazione normativa e la chiarezza delle procedure che non vuol significare deregulation e aggressione al patrimonio architettonico d’interesse storico e del paesaggio ma individuare le ragioni di inefficienza e occultamento delle procedure; è necessario stabilire con chiarezza i tempi che le procedure urbanistiche e i titoli abilitativi richiedono, ma si rende urgente il trasferimento del patrimonio degli archivi degli enti pubblici che custodiscono la memoria delle trasformazioni urbane e del patrimonio architettonico su piattaforme digitali accessibili; c) La valorizzazione delle risorse culturali e dei giacimenti archeologici ancora non fruiti pienamente; con il PNRR si intende rimuovere le barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per l’accesso e il godimento più ampio possibile della conoscenza e per la partecipazione alla cultura da parte di tutti; queste misure sono rivolte anche al miglioramento della fruizione di cinema, teatri, sale di musica e per concerti, alla riscoperta di piccoli siti culturali che possono essere presenti nei quartieri e non solo nel centro città, al recupero di itinerari religiosi e rurali ancora superstiti, dei piccoli borghi e casali dell’armatura urbana del passato, ma ancora significativa anche per la sopravvivenza di varietà enogastronomiche, al recupero di brani di architetture e paesaggi rurali, al restauro dei parchi e dei giardini storici; d) La gestione dei rifiuti per l’approvvigionamento energetico; queste linee di programmazione sono alla base per avviare i processi di economia circolare partendo dalla virtuosa gestione degli scarti e dei rifiuti urbani, differenziati, riciclati o termo-valorizzati, questo implica un’organizzazione spaziale delle parti che compongono la città e la sua periferia per un’autosufficienza energetica e per una gestione oculata degli scarti prodotti da ridurre progressivamente a monte per un consumo responsabile;
e) La trasformazione della mobilità locale implementando le piste ciclabili e il trasporto pubblico; anche queste linee programmatiche del PNRR riguardano l’adeguamento infrastrutturale della città e del territorio dal centro alle diverse periferie;
f) La tutela e il potenziamento del verde urbano; la transizione ecologica è un punto fondamentale del PNRR e le politiche di insensato abbattimento e di assoluta mancanza di cura e di gestione del verde pubblico urbano a Napoli e in tutta la città metropolitana richiedono una determinata inversione di tendenza; si sono infatti accresciuti gli effetti dell’isola di calore urbana, viali alberati hanno lasciato il posto a un degrado urbano che non si sarebbe mai immaginato: si vedano Capo Posillipo, il Parco Virgiliano, via Tito Lucrezio Caro, via Manzoni, via Orazio, viale Augusto, viale Gramsci, la Villa Comunale, il Parco della Marinella che fu progettato nel 1996 e che ancora non vede una sola pianta messa a dimora. Il PNRR parla di foreste urbane che potrebbero essere realizzate nei 300 ettari circa di industrie dismesse a est e nei 296 ettari dell’ex Italsider ad ovest, con la messa a dimora di essenze compatibili con le ragioni della Storia e del Paesaggio napoletano. Temi che riguardano architetti e agronomi paesaggisti, il ruolo dell’architettura è centrale per l’attuazione del PNRR;
g) L’incremento delle dotazioni di assistenza alle famiglie e ai servizi per l’infanzia, dagli asili nido alle scuole dell’obbligo; nuovi spazi e nuovi luoghi per la crescita e l’apprendimento ma che per la città metropolitana devono significare occasione di rigenerazione urbana prudente, senza consumo di suolo, riqualificando aree degradate o recuperando il patrimonio storico; l’Albergo dei Poveri e i grandi complessi monumentali spesso sottoutilizzati non possono restare in abbandono e le misure per efficientamento energetico o messa in sicurezza o per le facciate sono tutte rivolte al recupero dell’esistente e quindi da incentivare con decreti strutturali e non solo legati alla ripresa dall’emergenza sanitaria;
h) La previsione di sostegni e luoghi adeguati per i diversamente abili e i soggetti deboli vulnerabili. La comprensione della necessità di cambiare i paradigmi dell’architettura e dell’urbanistica contemporanee mettendo al centro bambini, anziani, donne, soggetti fragili e diversamente abili significa operare nella direzione di una città amica e accogliente, che contribuisca realmente a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Trasformare la città, le periferie, il territorio comporta sempre una visione etica e uno scopo di carattere sociale;
i) L’accoglienza in strutture temporanee per i senza fissa dimora in housing e stazioni di posta. La consapevolezza che i cambiamenti climatici e l’instabilità politica di Paesi e comunità religiose ed etniche differenti, alimentano sempre più i fenomeni di migrazioni; da qui la necessità di adattamento a forme di abitazioni temporanee e mutevoli. Il tema è un’architettura e un’urbanistica che proseguano nella linea della densificazione urbana di Napoli e della sua città metropolitana o, al contrario, verso il riequilibrio dell’intera armatura urbana, storica e sociale della Regione Campania in un grande progetto di riqualificazione prudente del patrimonio costruito e la salvaguardia della risorsa del suolo;
j) Si deve generare in primo luogo una congruente corrispondenza tra ambiti territoriali omogenei e perimetri amministrativi. Le attuali 10 Municipalità potrebbero essere articolate in relazione ai quattro principali sistemi che caratterizzano Napoli: 1) la Città Stratificata; 2) le Città Crateri Occidentali; 3) la Città Orientale della Piana Alluvionale del Sebeto, del Volla, del Fosso Reale e dei Torrenti provenienti dalle pendici del Vesuvio; 4) la Città Settentrionale, dal rilevato dei Camaldoli a quello di Capodichino, oppure, quantomeno, essere coordinate nelle scelte di pianificazione e trasformazione urbana da specifici uffici tecnici e manager territoriali. Analogamente per la Città Metropolitana i 92 Comuni dovrebbero tradursi in un’architettura amministrativa articolata in Comprensori – Aree omogenee che rispecchiano le vocazioni ambientali-paesaggistiche: 1) Penisola Sorrentina, 2) Vesuvio, 3) Piana Nolana, 4) Piana Acerrana, 5) Campi Flegrei, 6) Isole. I Progetti integrati urbani previsti dal PNRR devono partire dalla riorganizzazione delle infrastrutture del trasporto, dei servizi e degli interventi di riqualificazione urbana e recupero in relazione ai sistemi che caratterizzano Napoli”.
“Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia – conclude il documento – in rappresentanza della forza professionale espressa da quasi 10mila iscritti, esprime la propria disponibilità alla cooperazione istituzionale per la risoluzione dei problemi posti dall’attuale condizione metropolitana, per una piena attuazione del PNRR e per il raggiungimento effettivo del benessere collettivo”.