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Governo, Grimaldi: Di Maio lasci la Farnesina ora che è fuori dal M5s. Draghi e Conte dovrebbero pretenderne le dimissioni

NAPOLI – «Che cosa aspetta il capo del M5s, Giuseppe Conte, a sfiduciare il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ora che non appartiene più al Movimento? L’Italia non può permettersi di essere rappresentata, a livello internazionale, da un ministro che è espressione solo di se stesso e che non risponde ad alcuna forza parlamentare democraticamente eletta». A dirlo è Luigi Grimaldi, consigliere comunale di maggioranza a Napoli. «Meraviglia anche il silenzio del premier, Mario Draghi, in una diatriba che è sì tutta interna ai grillini ma che ha ripercussioni pure sulla tenuta del Governo e sulla sua reputazione – continua Grimaldi –. La posta in gioco, ovviamente, non è il trasformismo o l’opportunismo di Di Maio nel cambiare bandiera, dopo aver professato per anni la presunta superiorità del M5s sul resto della politica italiana, ma la posizione che assumerà nei consessi internazionali a nome della nostra nazione. Insomma: Di Maio, adesso, a nome di chi parlerà e a chi risponderà?». «Che il ministro degli Esteri tradisca i suoi ideali e rinneghi l’idolatria grillina è un problema che dovrà risolvere con se stesso ed eventualmente coi suoi elettori – prosegue il consigliere comunale –. Il sottotesto istituzionale di questo strappo è, però, un altro: Di Maio per coerenza dovrebbe rimettere il mandato, prima ancora di una eventuale sfiducia, e lasciare al premier e al presidente della Repubblica la responsabilità di trovare un nuovo responsabile della Farnesina». «Quanto alla questione politica, alle prossime politiche metta in campo il suo movimento. Si presenti alle elezioni e richieda un nuovo mandato popolare. Deciderà il popolo perché questa è la democrazia. Ma prima di allora, – conclude Grimaldi – lasci la poltrona alla Farnesina. Se Draghi e Conte hanno onestà intellettuale dovrebbero imporgli di fare un passo indietro».

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