I documenti che pubblichiamo in merito alla questione capogruppo consiliare del PD, mettono in risalto una procedura unilaterale di tipo “anarchica” che pone il partito sostanzialmente nella bufera. Premesso che il capogruppo solitamente è espressione unanime di uno schieramento in consiglio e che in una corretta gestione, il cambio e la scelta di un nome nuovo, presuppone il coinvolgimento di tutto il gruppo, a Frattamaggiore il PD a trazione familiare, decide in maniera unilaterale, nel nostro caso tre consiglieri firmano la sfiducia e gli altri tre non sanno un fico secco. Tre consiglieri del PD Pellino, Amatucci e Valentino firmano e protocollano la sfiducia al capogruppo Pasquale Gervasio il primo marzo ma la cosa politicamente poco nobile, sono le dimissioni dopo la sfiducia di Gervasio protocollate il giorno successivo. Una vera e propria azione di forza interna a seguito di chissà quali accordi saltati o da mantenere. Sta di fatto che il PD frattese è sempre più una questione tra pochi in famiglia contrariamente ai venti di un presunto cambiamento nazionale di questi giorni.