Al Dipartimento di Scienze Politiche si è tenuta la presentazione del libro di Giulio Andreotti “Cara Liviuccia lettere alla moglie”. Sono intervenuti Franco Vittoria, docente di Storia delle Istituzioni politiche, l’onorevole Antonio Bassolino, e Stefano Andreotti, figlio dell’onorevole Giulio Andreotti. A moderare il dottorando Fabio Testa. Dopo i saluti introduttivi del professore Vittorio Amato, Direttore del dipartimento, Testa ha introdotto gli ospiti e presentato il volume focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti privati, la dedizione alla politica e la relativa difficoltà di essere presente in famiglia, i temi politici ed eventi che emergono nelle lettere alla moglie, scritte dal ’46 al ’70. È intervenuto Franco Vittoria, parlando del rapporto con Moro e della figura della moglie. Antonio Bassolino ha raccontato un incontro con Andreotti e riconoscendone il prestigio e la correttezza nei rapporti politici e personali. Infine, il figlio, Stefano, si è soffermato sugli aspetti privati e sulla vita familiare facendo emergere un carattere estremamente differente da quello che si percepiva dalla vita pubblica, alla domanda come hanno affrontato le vicende giudiziarie, Stefano ha risposto: all’inizio con tanta sofferenza, poi dopo un anno, Andreotti riprese la vita pubblica. Stefano ha poi rimarcato che il papà solo un’accusa è riuscita a ferirlo, quella che insinuava un suo coinvolgimento nell’assassinio di Moro, un’infamia che non ha digerito, perché anzi, lui si adoperò per una soluzione pacifica e incruenta. Un volume interessante in grado di accendere i riflettori su molti aspetti inusitati dell’onorevole, restituendo una figura privata altrimenti sconosciuta.