PREMESSA Se il Comune decide di predisporre delle aree da destinare a parcheggio con custodia o li dia in concessione oppure dispone l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta deve riservare una adeguata area, destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta. Sulla questione della proporzione dei parcheggi gratis e parcheggi a pagamento è intervenuta una storica sentenza della Cassazione a Sezioni Unite [1]. Questa ha definito una serie di principi fondamentali della materia. La Corte ha ribadito l’illegittimità (per violazione del citato articolo 7 del Codice della strada) di tutte le delibere comunali e delle ordinanze sindacali che – ad eccezione dei quattro casi in cui la legge ammette le sole strisce blu (ossia: 1) aree pedonali, 2) Ztl, 3) aree del centro storico o di pregio ambientale; 4) zone di rilevanza urbanistica definite dal Comune) – istituiscono parcheggi a pagamento senza che su parte della stessa area o su altra nelle immediate vicinanze siano riservati spazi adeguati destinati alla libera sosta.
Tutto è cominciato una sera quando un nostro collaboratore ci aveva inviato le foto delle strisce blu nei pressi della stazione ferroviaria per fare un articolo nel merito di del servizio della sosta a pagamento tanto discusso e, voci di corridoio, dicono finalmente di interessamento di una parte politica che ha approfondito gli atti e si è resa conto di trovarsi di fronte ad una serie di legittimi punti interrogativi che vanno chiariti nelle opportune sedi. A cominciare dal verbale di accordo sindacale di passaggio di cantiere del 29 ottobre 2018 allorquando, l’attuale ditta che gestisce il servizio, nel sottoscrivere il documento, si impegnava ad assumere tutti e 9 i lavoratori adottando una riduzione oraria per un totale di 284 ore settimanali nonostante fosse consapevole che gli stalli presenti dagli 829 previsti erano 724 dei quali il 25% ricadevano in aree a rilevanza urbanistica dove è prevista tariffa maggiorata e sosta gratuita per i residenti che doveva essere ancora definita con deliberazione di Giunta. Era ottobre 2018. Da marzo 2020 i nove passarono ad 8 e da settembre 2021 gli 8 dipendenti passarono a 7 con un monte ore da assicurare per il servizio come previsto da capitolato di 284 ore che nei fatti diventava di 212 ore. Nel frattempo i blocchi causa pandemia si sommano alla mancata definizione delle aree a rilevanza urbanistica e il Comune si ritrova con una citazione da parte della ditta con la quale la stessa reclama un presunto danno per perdite pari a 1.168.520 euro e prima della notifica dell’atto di citazione, il 29 marzo del 2022, la ditta chiede la revisione del Piano Economico Finanziario presentato in sede di gara, fondamentale per il punteggio che gli ha consentito l’aggiudicazione, proponendo specifiche richieste per il recupero delle presunte perdite. Ebbene, sulla scorta di un parere dell’Avvocatura Comunale sulla possibilità che il Comune potesse soccombere nel giudizio, senza ulteriori approfondimenti nel merito delle presunte inadempienze amministrative reclamate dalla ditta, la Giunta comunale sulla scorta del parere chiedeva di approvare un atto transattivo adottando un contratto suppletivo d’appalto che nei fatti ha accolto tutte le richieste della ditta. Quali sono queste richieste? la concessione viene prorogata di 30 mesi, il recupero degli stalli mancanti, attivare la zona a rilevanza urbanistica, il venerdì e il sabato sosta a pagamento fino alle ore 24; versare la TARI solo nei 4 parcheggi in uso e non su tutto il territorio; la tariffa nei parcheggi alla prima ora passa ad 1 euro. Un sostanziale stravolgimento del contratto iniziale. Alla luce di quanto sopra descritto, è obbligo porre agli amministratori, alla politica e agli organi di controllo, legittime domande per le quali occorrerebbe fare chiarezza perchè nei fatti a pagare sono come sempre i cittadini. Con il verbale di consegna del 2018, la ditta accettava, pur cosciente di assumere 2 persone in più rispetto ai 7 ereditati oltre ai minori stalli e alla scarsa funzionalità dei parcometri: se l’incidenza economica era negativa per questi aspetti, perchè ha iniziato il servizio per poi farlo rivalere nella citazione? Come mai la Giunta comunale si è catapultata ad accettare una così consistente modifica contrattuale soltanto attraverso un parere dell’Avvocatura che si esprimeva esclusivamente sui possibili rischi di soccombenza in giudizio, senza una sentenza o un parere di merito o pensare alla ipotesi di rescissione contrattuale? L’agevolazione della non applicazione della riscossine della TARI non si rivela quale possibile danno erariale per l’Ente? E poi, nonostante le agevolazioni, la ditta ha garantito adeguati stalli di sosta non a pagamento come previsto art. 7b comma 8 del codice della Strada? Infine nel contratto di lavoro per i dipendenti è previsto il turno fino alle ore 24 e con frazioni orarie 9-13, 16-20 e il venerdì e sabato dalle ore 20 alle ore 24? Questo lunghissimo articolo ha semplicemente lo scopo di contribuire a fare luce e migliorare il servizio a favore dei contribuenti.