dalla nostra inviata Caterina Flagiello
Curiosità e commozione negli occhi dei ragazzi delle classi terze dell’I. C. Capasso-Mazzini, questa mattina durante il convegno-studio su Mario Paciolla, moderato da Antonio Iazzetta, consigliere comunale di Afragola, con la partecipazione dei genitori del cooperante trovato morto, il 15 luglio 2020, nella sua casa di San Vicente del Caguàn in Colombia. Il convegno ha visto la partecipazione dei genitori di Mario: Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla, del sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, del vicesindaco Michele Granata, dell’assessore alla cultura la professoressa Agnese Caserta e della dirigente scolastica, la dottoressa Fernanda Manganelli. L’evento di oggi è il culmine di una serie di incontri e riflessioni, svolti dai ragazzi, durante le scorse settimane. Antonio Iazzetta introduce brevemente la figura di Mario Paciolla, raccontando la sua storia: quella di un ragazzo dalla forte volontà di impegnarsi a realizzare in prima persona un mondo migliore e l’incontro di oggi serviva proprio a far conoscere la sua vita ed il suo insegnamento. La dirigente scolastica Manganelli coglie l’occasione per ringraziare la famiglia di Mario e rivolgendosi direttamente ai ragazzi, ribadendo l’importanza di questo incontro, dato che conoscere la storia di Mario, significa anche conoscere tante situazioni che bisognerà saper affrontare in futuro. Iazzetta prosegue dando ulteriori dettagli della vita di Mario, una persona dal grande entusiasmo, che oltre ad essere un cooperante ONU, era anche un giornalista e poeta. Interviene Anna Maria Motta, condividendo dei ricordi di suo figlio, di come gli piacesse studiare, di come si interessasse di tante cose, ma sapeva anche discernere le sue capacità e possibilità, selezionando gli obiettivi da raggiungere e lavorando duramente per poterli ottenere, sia a scuola che nello sport. Il desiderio di Mario era quello di diventare un cooperante internazionale e per questo ha lavorato molto, in modo da poter andare nei luoghi difficili e dare voce a chi non ne ha. Prosegue il sindaco di Frattamaggiore, dottor Marco Antonio Del Prete, che ringrazia i ragazzi e i docenti per aver trattato con cura questo argomento importante, continua dicendo come i ragazzi siano il futuro della società e come le istituzioni, oltre a concedere la cittadinanza onoraria della città e ad esporre uno striscione, desiderino di più: la verità, in modo che la voce dei ragazzi si unisca a quella delle istituzioni per poter gridare insieme: “giustizia per Mario Paciolla“. Tra le varie domande poste dagli studenti, che si sono alternati tra gli interventi dei relatori, è emersa, in maniera evidente la loro comprensione ed immedesimazione con la vicenda di Mario, chiedendo ai genitori se Mario fosse consapevole delle conseguenze delle sue scelte, oppure se abbia sempre avuto voglia di giustizia, in entrambi i casi la risposta è affermativa, sì, Mario era consapevole dei rischi tanto da dire una frase emblematica a sua madre: “vuoi un figlio vicino ed infelice oppure un figlio lontano e felice?”, mentre la voglia di giustizia del cooperante partiva dalle piccole cose, infatti sua madre, racconta un piccolo aneddoto: quando Mario lavorava il sabato sera in un pub, ebbe un litigio con il titolare del locale, il quale si rifiutò di sostituire l’olio delle friggitrici ormai esausto con dell’olio pulito. Mario non poteva tollerare questa situazione e quindi decise di tornare a casa rinunciando al guadagno della serata. Dalle risposte dei suoi genitori, emerge il quadro di una vita retta, vissuta seguendo dei valori importanti di giustizia ed onestà. Nonostante tutto quello che è successo, i genitori di Mario non hanno mai “demonizzato” l’ONU, ma anzi hanno la certezza che sia stata l’opera di qualche “mela marcia“, dato che come in tutte le grandi organizzazioni, esistono delle sacche di disonestà. Ci sono delle indagini in corso su quanto accaduto. Chiude il convegno la dirigente Manganelli, evidenziando il valore della cooperazione reciproca tra i ragazzi e citando una frase molto significativa pronunciata dalla madre di Mario: “Ognuno di noi deve avere un passaporto per andare, ma anche un passaporto per tornare”. Durante il convegno gli studenti dell’ IC hanno letto delle poesie scritte da Mario, come “Non avrò le ali ma volerò lo stesso” e “A’ menesta” una poesia in lingua napoletana, inoltre hanno dato sfoggio del loro talento musicale, intonando l’inno di Mameli ad apertura dell’incontro ed eseguendo la canzone “Credo negli esseri umani” di Marco Mengoni in chiusura.