a cura di Caterina Flagiello
– Comunicato Stampa – In data odierna, questa Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per otto appartenenti alla comunità Rom di Caivano, in quanto ritenuti responsabili dei reati previsti dagli artt. 256, commi 1-2-3, e 256-bis d.lgs. 152/2006, in tema di illecita gestione ed abbruciamento di rifiuti, nonché del reato previsto dall’art. 349 c.p. per violazione di sigilli apposti dall’Autorità Giudiziaria. Le attività di indagine, dirette da quest’Ufficio e svolte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Caivano, si collocano all’interno di una più ampia attività di monitoraggio e di mirato contrasto ai fenomeni dell’abbandono incontrollato e dell’abbruciamento di volumi ingenti di rifiuti nel circondario di competenza di questa Procura della Repubblica. Precisamente, attraverso una capillare attività di osservazione e controllo – svolta mediante l’impiego di sistemi di video-sorveglianza, con l’obiettivo di monitorare i luoghi di interesse investigativo ed identificare con assoluta certezza i soggetti coinvolti – è stato appurato che gli odierni imputati effettuavano, in modo sistematico e continuo, un’illecita attività di raccolta e recupero, previo stoccaggio, di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, costituiti da rifiuti elettrici, materiali ferrosi, motori e componenti di frigoriferi e lavatrici, altri elettrodomestici, rifiuti tessili, al fine di prelevare e recuperare talune componenti, da reimpiegare o comunque da rivendere. I restanti materiali non riutilizzabili, mediante continui e ripetuti conferimenti di ingenti quantità di rifiuti, preventivamente raccolti o comunque ivi trasportati, venivano abbandonati e depositati in modo sparso, accumulati alla rinfusa e ammassati sul nudo suolo, all’interno e nell’adiacenze dell’insediamento Rom, in questo modo concorrendo gli odierni imputati all’illecita realizzazione e gestione di una discarica, con complessivo degrado igienico-ambientale delle aree interessate. Inoltre, i predetti rifiuti, così accumulati, erano dati alle fiamme in plurime occasioni. L’attività di indagine – documentata mediante una analitica osservazione dell’intero fenomeno consentiva altresì di appurare che nel ciclo di gestione illecita dei rifiuti cooperavano interi nuclei familiari, anche con il coinvolgimento di soggetti minorenni, accertando che le aree destinate al conferimento e all’abbruciamento di ingenti volumi di rifiuti erano sottoposte a sequestro preventivo dell’Autorità Giudiziaria, i cui sigilli erano sistematicamente violati, in molteplici occasioni, dagli odierni imputati. Di qui, la contestazione anche di un corredo di plurime circostanze aggravanti, avendo agito gli odierni imputati in più di cinque persone, avvalendosi finanche di minorenni, ed al fine precipuo di commettere ulteriori violazioni in materia ambientale, ai sensi degli artt. 112 n. 1 e 4, 452-novies c.p.. I ripetuti sopralluoghi ed interventi svolti dalla Polizia Giudiziaria, compiuti in esecuzione dei decreti di perquisizione e sequestro emessi da questa Procura della Repubblica, hanno altresì evidenziato fenomeni di totale dispersione scolastica dei minori, nonché di allarmante degrado delle condizioni igienico-sanitarie dei nuclei familiari, segnalati immediatamente alle competenti Autorità Giudiziarie ed Amministrative. Infine, in occasione dei continui interventi effettuati dalla Polizia Giudiziaria, con il coordinamento di quest’Ufficio, sono stati rinvenuti materiali di accertata provenienza delittuosa, già restituiti agli aventi diritto, e numerosi veicoli privi della necessaria copertura assicurativa, tutti sottoposti a sequestro amministrativo.