di Caterina Flagiello
Una sala gremita per la presentazione di un libro-reportage che racconta i sessant’anni di storia della televisione italiana in terra partenopea. Quest’anno infatti si celebra il sessantesimo anniversario dell’inaugurazione del polo di Fuorigrotta. L’autore, Michelangelo Iossa è un giornalista, scrittore e docente universitario presso il Suor Orsola Benincasa.
Il libro, presentato ieri presso l’Università San Raffaele di Frattamaggiore, con la collaborazione di Mondadori Frattamaggiore, è edito dalla casa editrice Rogiosi e si articola in venti interviste interdipendenti ed indipendenti tra di loro, ad altrettanti personaggi storici della televisione, che hanno accompagnato gli italiani (e gli expat) nel corso degli anni.
La presentazione ha visto l’autore Michelangelo Iossa condividere con il pubblico tanti aneddoti e ricordi, con l’introduzione di Rossella Giaquinto, la moderazione colta e divertente di Paquito Catanzaro, oltre alla presenza istituzionale di Michele Granata, vicesindaco di Frattamaggiore.
L’autore ha rilasciato una breve dichiarazione ai nostri microfoni: “Questo è un libro che celebra i sessant’anni di storia della TV, che arriva in Italia negli anni cinquanta anche sull’onda della lunga tradizione radiofonica italiana, mentre il centro di produzione RAI di Napoli nasce nel 1963. Io ho voluto raccontarlo in un reportage per il Corriere della Sera, uscito nel 2020. Questo reportage ha riscosso un grande successo tra i lettori, tutti accomunati da dei “ricordi catodici” spesso legati alle grandi produzioni televisive come Senza Rete, l’Eurovision Song Contest, Un Posto Al Sole, Furore, etc.Il caso ha voluto che dal 2020 ad oggi ci siamo sempre più avvicinati a questo sessantesimo anniversario del centro di produzione televisiva di Fuorigrotta e quindi ho deciso di arricchire questo reportage con ulteriori interventi fino a trasformarlo in un vero e proprio libro, arrivando a venti interviste che comprendono Pippo Baudo, Amadeus, Renzo Arbore, Vincenzo Salemme e tantissimi altri personaggi storici della televisione, fino ad arrivare a Maurizio De Giovanni, dando spazio all’interno del libro, ad una riflessione sulla forza televisiva di Napoli.”
Il vicesindaco Granata aggiunge: “Questo è un testo da leggere con piacere, ricchissimo di foto ed ognuna di queste foto è un pezzo di storia, desidero ringraziare l’autore perché grazie a lui possiamo riscoprire le trasmissioni storiche e la storia del costume in Italia” e continua: ”C’è una bella sinergia e dialogo tra le varie istituzioni, il nostro Sud ha tanto da insegnare, dobbiamo smetterla di denigrarci e invece dobbiamo renderci conto che possiamo rivaleggiare con il resto d’Italia e d’Europa.”
In un libro così ricco, non poteva non mancare una fatidica domanda da parte del moderatore Catanzaro: Qual è stata l’intervista preferita? Nessun dubbio per l’autore, si tratta di quella fatta a Pippo Baudo, colonna portante della televisione italiana, uomo dalla professionalità indiscussa, in grado di ricordare ogni singolo dettaglio di tutte le produzioni televisive che ha condotto e a cui ha partecipato.
Tuttavia, come fa notare l’autore Iossa, la televisione non consiste solo in ciò che si vede sullo schermo, ma anche da una miriade di maestranze, un popolo di lavoratori “invisibile” ma assolutamente essenziale in ogni suo elemento alla buona riuscita di qualunque prodotto televisivo, come ad esempio gli scenografi, i truccatori e gli acconciatori, i laboratori di sartoria, tecnici audio video e luci, la regia e tutti gli altri professionisti che collaborano assieme, come un corpus unico, dietro le quinte.
Presente all’evento anche Titti Petrucci, nota imprenditrice ed insegnante nel settore della moda, con all’attivo numerosi progetti (come il brand PsicoParis ed il profumo Jnferno) che commenta così la presentazione: “Moda e RAI sono un binomio vincente, assieme all’arte ed alla musica. In questi ultimi anni la moda si sta affermando sempre più come una vera e propria forma d’arte” e prosegue: “Non vedo l’ora di leggere il libro di Iossa, perché, come ha detto il vicesindaco Michele Granata, grazie a questo libro possiamo riscoprire 60 anni di storia televisiva del nostro paese, di storia della moda, dell’arte, dello spettacolo e del costume italiano.”