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Frattamaggiore. I clown, i saltimbanchi e i pentiti della “politica” frattese che soffre la comunicazione. Ai lettori le conclusioni

Il mondo della politica è fin troppo variegato, ma quella frattese è da prendere come modello per l’ambiguità, l’incoerenza e in molti casi per la comicità di veri e propri clown e saltimbanchi che la professano a spese dei creduloni. Soggetti che si ergono a censori o addirittura a detentori della verità assoluta i quali si nascondono dietro paraventi di un dubbioso perbenismo con armadi riempiti di scheletri, sia per attività professionali che politiche. C’è il clown di turno che quotidianamente concede alla platea dei social chicche della propria comicità politica pur di elemosinare prebende, c’è il saltimbanco cronico che senza un minimo di dignità politica, con salti tripli carpiati, approda su tutte le piattaforme “politiche” pur di ottenere medaglie e altro materiale sonante. Poi ci sta il pentito in attesa di perdono, condono e poltrone, pronto a rinnegare passato, presente e sicuramente pure il futuro. Ma il più comico e per certi versi il non meno pericoloso per la “politica”,  è sicuramente il “politico filosofo” di turno, quello che sta sempre alla finestra, senza sporcarsi le mani, quello che politicamente non è ne carne ne pesce ma spesso e volentieri, con sentenze verbali, si erge a tutor dei clown e dei saltimbanchi summenzionati, difendendo l’indifendibile al rischio di grosse figure di m…poco edificanti per un “filosofo”. Nessuno è perfetto, in tutto, non solo in politica, ad esempio anche la comunicazione politica può commettere errori, prendere abbagli, e non è la prima volta, ma nella stragrande maggioranza lo fa con la propria identità, senza tutor, senza sceneggiate sui social o in altri posti. Frattamaggiore come tanti centri, ha bisogno di politici con la P maiuscola laddove si riuscisse a trovarne disponibili, e che sappiamo, di politici con la P maiuscola a Frattamaggiore ci stanno eccome, ma con chi avrebbero a che fare? Con l’attuale classe politica degna della migliore tradizione circense? E’ ovvio che stiamo parlando di classe politica in generale che però, inevitabilmente di riflesso, si ripercuote sull’amministrazione della cosa pubblica. Con quali risultati? A voi lettori trarne le conclusioni.

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