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Intelligence Week “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico”, promossa da iWeek

Energia, iWeek: il nucleare soluzione efficace per futuro green e sicurezza energetica. SWG, il 51% degli italiani voterebbe a favore di un nuovo referendum sul nucleare Il confronto tra aziende, istituzioni e mondo della ricerca al centro della edizione tecnico scientifica dell’Intelligence Week “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico”. 15 aprile 2024 – Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia

a cura di Caterina Flagiello. Il ricorso all’energia nucleare è la soluzione più efficace per assicurare il conseguimento degli ambiziosi obiettivi della decarbonizzazione totale previsti dal Green Deal europeo entro il 2050 e garantire la sicurezza energetica nazionale in un contesto geopolitico in cui l’approvvigionamento delle fonti fossili è sempre più a rischio. Questo in sintesi il messaggio proveniente dall’edizione tecnico scientifica della Intelligence Week “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico”, promossa da iWeek, joint venture di V&A – Vento & Associati e Dune Tech Companies, al Polo didattico del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia, che ha visto ieri la partecipazione del Vice Presidente del Consiglio e Ministro per le infrastrutture e trasporti Matteo Salvini, che ha ribadito il pieno impegno del governo alla reintroduzione del nucleare in Italia.

I lavori, articolati in tre panel nella mattinata e due nel pomeriggio con la partecipazione di alcuni fra i protagonisti italiani del panorama scientifico, aziendale ed economico del settore, sono stati aperti dall’intervento in video collegamento del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha affermato quanto “il nuovo nucleare rappresenti una risorsa per il contrasto ai cambiamenti climatici” e per l’Italia “vada definito come un ritorno al futuro, una scelta ecologica e una strategia efficace per supportare l’impegno italiano contro il riscaldamento globale. Il governo – ha ribadito Pichetto – lo sta studiando e valutando per quelli che sono gli usi futuri. Intendiamo il nucleare come una energia di sostegno alle rinnovabili per dare continuità energetica”, ha spiegato il ministro. L’uso dei piccoli reattori di nuova generazione, ha aggiunto, potrebbe “contribuire in maniera significativa alla sicurezza e all’indipendenza energetica del nostro Paese: il nucleare di nuova generazione potrebbe consentire di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, senza enormi sacrifici sociali e ambientali”.Per far ripartire la produzione, ha ricordato Pichetto, “sarà necessario ridefinire il quadro giuridico che indichi una cornice di misure di controllo e autorizzative. Un percorso giuridico che, accanto a quello tecnico e scientifico, è oggetto della piattaforma sul nucleare sostenibile” del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.Nel corso del suo intervento Pichetto ha ricordato che “in Europa oggi si produce il 20% dell’energia dal nucleare, con oltre 100 reattori attivi e alcuni in costruzione. In alcuni Paesi il nucleare supera il 50% del fabbisogno nazionale. Le politiche dell’Unione europea sono state tutte improntate alla sostituzione, ideologica, degli idrocarburi con l’elettrico. Ma pensare di riuscire sostituire tutti gli usi degli idrocarburi solo con le rinnovabili è un obiettivo sfidante e complesso: l’Italia ha bisogno di molta e buona energia e per far muovere tutta l’Italia con l’elettrico, senza gli idrocarburi, dovremmo da qui ai prossimi 25 anni coprire il paese con pannelli e pale eoliche. Dobbiamo andare con cautela”, ha concluso Pichetto.

“Conto riuscire a portare nel Consiglio dei ministri il dossier” sul ‘nuovo nucleare’ “perché il 2024 sia l’anno della scelta e della responsabilità “, ha dichiarato invece Matteo Salvini, Vice Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. “Se si parte quest’anno, fatti due conti, nel 2032 si può schiacciare l’interruttore” per l’avvio del nuovo nucleare in Italia. “Se si vogliono abbassare le bollette della luce dei cittadini italiani e delle imprese il nucleare è un dovere: i francesi che hanno tantissime centrali in funzione ne stanno progettando altre 6 e pagano le bollette della luce, a casa, il 30% in meno e le imprese il 50% in meno”, ha proseguito Salvini, che ha aggiunto:“Il nucleare di ultima generazione è più sicuro e più pulito, ma anche la fonte più conveniente. Da vicepresidente del Consiglio, da ministro dei Trasporti e da segretario della Lega, faccio e farò di tutto perché entro il 2024 l’Italia torni nel contesto civile e vantaggioso del nucleare”.

“Il nostro Paese – ha dichiarato il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in un messaggio inviato agli organizzatori – pur avendo rinunciato alla generazione di energia elettrica da fonte nucleare, ha continuato a svolgere un ruolo da protagonista nel campo della formazione e ricerca con imprese, università e istituti di ricerca riconosciuti come eccellenze a livello internazionale. Eventi come questo – ha proseguito Urso nella sua nota – sono estremamente utili per iniziare il percorso di informazione e divulgazione, necessario a riportare in maniera consapevole e duratura il nostro Paese tra quelli che possono beneficiare dell’energia nucleare: pulita, programmabile e modulabile quindi preziosa. L’attuale scenario geopolitico è caratterizzato da grande incertezza: la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e la sostenibilità dei costi rappresentano una leva indispensabile ad acquisire indipendenza strategica e mantenere competitivo il nostro sistema produttivo. Nel quadro internazionale ed europeo delle politiche di contrasto al cambiamento climatico –  ha scritto ancora il ministro – il nucleare sta guadagnando sempre più spazio: a partire dalla COP 28 di Dubai dello scorso dicembre, fino ai recenti regolamenti europei sulla tassonomia e il Net Zero Industry Act la strategicità di questa fonte è sempre più riconosciuta e condivisa. Le nuove tecnologie di generazione in fase di sviluppo, come gli small modular reactors – basati su processi di costruzione più economici, facili e veloci rispetto ai grandi reattori convenzionali – possono favorire la diffusione e l’impiego del nucleare. Le dimensioni e la potenza ridotta, inoltre, ne permettono l’utilizzo anche per la produzione di calore e idrogeno, in prossimità della domanda dei distretti industriali, rendendo maggiormente sostenibili gli obiettivi della decarbonizzazione”, ha concluso Urso.

Per il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, puntare sul nucleare di nuova generazione significa “investire sul futuro: in Italia si prevede una generazione di valore aggiunto di 45 miliardi di euro, accompagnata da un risparmio di 400 miliardi rispetto a uno scenario basato solamente su fonti rinnovabili e centrali convenzionali. In termini occupazionali – ha sottolineato Spada – si prevede la creazione di oltre mezzo milione di posti di lavoro a livello nazionale entro il 2050, così come la creazione di 52mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno nel breve termine, esclusivamente legati alla fase di costruzione”.

Secondo Nicola Monti, AD di Edison, In Italia, “le competenze nella filiera nucleare per fortuna si sono mantenute, a partire quelle a livello universitario. E anche dall’estero ci guardano come un terreno di competenze interessante”. Si tratta di “embrioni di quel che ci serve per ricostruire appieno la filiera”. E a quelle industriali si aggiungono poi “le competenze che servono nell’amministrazione pubblica o in chi deve ridefinire regole e normative per certificazioni, qualificare le tecnologie e per approvare i progetti che verranno presentati”.Nel tavolo sul nuovo nucleare, istituito al Mase, “uno dei capitoli principali è sulle competenze e la ‘road map’ che serve per ricostruire una normativa adeguata per pensare che il nucleare non è solo un’opzione sulla carta, ma è qualcosa che può essere realizzabile”, ha concluso Monti.

Nelle considerazioni di Gian Luca Artizzu, AD di Sogin, per tornare al ‘nuovo nucleare’ in Italia “quello che serve è rifare la filiera. In realtà esiste già una filiera che lavora molto per l’estero: Enel, che ha diverse centrali all’estero; Edison, con l’azionariato di Edf che ha tra le maggiori centrali nucleari al mondo. Però quello che serve è raccordarle: poi ci siamo noi che abbiamo tutte le competenze all’interno per ripartire. Con lo smantellamento dei vecchi impianti – ha aggiunto Artizzo – siamo al 44-45% e abbiamo la piena gestione dei residui del combustibile: li stiamo processando all’estero, dovranno rientrare con tempi che adesso rinegozieremo perché dobbiamo fare in nodo che quando rientrino stiano in posti sicuri, adeguati e a norma con le nuove norme tecniche dell’Isin”.

Se le competenze quindi ci sono, sembra esserci anche il consenso dei cittadini: il 51% degli italiani voterebbe a favore della costruzione di centrali nucleari di nuova generazione nell’eventualità di un nuovo referendum consultivo, con più favorevoli tra i maschi (62%), gli under 34 (58%) e gli abitanti del Nord Ovest. Il 65% rimpiange l’aver rinunciato negli anni scorsi allo sviluppo delle tecnologie per l’energia nucleare. E sei cittadini su dieci, inoltre, vedono con favore l’implementazione delle nuove tecnologie nucleari in Italia. Sono i dati dell’indagine“Nucleare italiano per i cittadini, le imprese e il territorio”condotta da Swgper iWeeksu un campione rappresentativo di cittadini maggiorenni che offre un’analisi delle percezioni e delle aspettative degli italiani sulla reintroduzione del nucleare. L’indagine fa emergere anche come gli italiani chiedano più informazioni sul nucleare: 3 su 4, in una percentuale che oscilla tra il 74% e il 77% a seconda delle domande, chiedono di saperne di più e di riaprire il dibattito sul tema. Tra gli spunti, sia i grandi reattori di terza e quarta generazione che quelli di taglia più piccola, e in particolare i ‘micro modular reactors’, sono considerati sicuri e green da oltre il 70% degli italiani. Ampio infine il consenso, variabile tra il 61% e il 65%, verso l’utilizzo del nucleare sia come fonte energetica complementare alle rinnovabili, sia come sostegno alle industrie energivore e alle comunità isolate.

L’Amministratore delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, e il Vice Presidente Esecutivo di Edison Lorenzo Mottura hanno infine concluso con un confronto con gli studenti moderato dal Vice Capo Servizio di Radiocor il Sole 24 Ore, CheoCondina, l’edizione tecnico scientifica della Intelligence Week. L’incontro è stato introdotto dal Rettore del Collegio Ghisleri di Pavia, Alessandro Maranesi.

In un partecipato dialogo con i laureandi di diverse facoltà tecniche, scientifiche e umanistiche, Artizzu e Mottura, dopo aver presentato le proprie realtà aziendali, hanno risposto agli interrogativi provenienti dalla platea riguardo i possibili percorsi professionali in ambito nucleare, le opportunità di stage nel corso degli studi, l’importanza del ruolo della comunicazione

L’edizione tecnico scientifica di iWeek “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico” è stata realizzata con il sostegno di Edison, Sogin, Transmutex e Protex Italia, con i patrocini del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’Università degli Studi di Pavia, di Regione Lombardia, della Provincia di Pavia, del Comune di Pavia, Assolombarda, Il Collegio Fondazione Ghislieri, Fondazione Sorella Natura.

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