Servizio realizzato da Caterina Flagiello
SANT’ARPINO. Si è svolta ieri sera, all’interno dell’evento “Guarire si può” la presentazione del libro “I giorni di marzo” di Lina Angela Barbieri, presso il Caffè Letterario “Macrì”. Un libro autobiografico, che racconta la storia di Maria Sole e della sua lotta contro il cancro: è possibile guarire, così come è possibile abbattere gli stereotipi, guardare il mondo con occhi nuovi e chiamare le cose, specialmente il cancro, con il loro nome, non più la “brutta malattia”, ma un qualcosa con un nome, anche se fa paura. La presentazione è stata organizzata dall’Associazione culturale “Sophìa” nell’ambito del progetto “Riscrivere Atella” con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino ed è stata moderata con eleganza e delicatezza da Enrica Romano, vice presidente dell’Associazione culturale “Sophìa”, che ha portato anche i saluti istituzionali del sindaco Ernesto Di Mattia e dell’assessore alla cultura Giovanni Maisto. “Questo è un libro che mi ha particolarmente colpito, è stato difficile leggerlo” queste le parole della moderatrice, Enrica Romano, che aggiunge “L’importante è saper trasformare e portare agli altri ciò che si è vissuto”. Toccante l’intervento dell’autrice, Lina Angela Barbieri, che dichiara: “Dire “hai un cancro” è già una sentenza, ma il mio libro è un libro di rinascita” e prosegue “Ho voluto focalizzarmi su alcuni punti del percorso della malattia per esprimere le emozioni connesse, questo libro è un diario che vuole essere un messaggio per tutti, ovvero la prevenzione ti salva la vita”. Un tema delicato, come emerge dalle parole dell’avvocato Raffaella Alois durante il suo intervento: “Ogni volta che tocco questo libro, sono travolta dalle emozioni. Questo è un libro autobiografico, una catarsi e porta un messaggio di rinascita e di educazione alla prevenzione” che sottolinea: “Nonostante sia un libro breve, è davvero “denso”, riuscendo a trattare tanti temi come ad esempio l’oblio oncologico”. Ed infatti all’interno della presentazione si è parlato di tutti i vari ostacoli che tuttora i malati oncologici si trovano ad affrontare oltre ad una serie di pregiudizi o di ruoli imposti, come ad esempio quello del guerriero, che magari non corrispondono alla realtà vissuta. Ha concluso la presentazione il professore, filosofo e poeta Giuseppe Limone: “All’interno del libro si nota il cambio di lessico tra le due parti: la prima è come “sbriciolata”, enunciativa, gli oggetti esprimono ciò che sta avvenendo all’interno dell’autrice, mentre la seconda parte è trasmutata.” e aggiunge: “La bellezza vera è quella che è la trasmutazione del dolore; tutti i grandi artisti, i grandi autori sono grandi perché hanno trasmutato il dolore. Questo libro, per quello che rivela è un guarire dall’inesistenza” Durante l’incontro, sono stati letti da Gisella D’Anna alcuni brani significativi, scelti ed estrapolati dal libro, il cui ricavato delle vendite verrà interamente devoluto ad Underforty, un’associazione dedicata alle donne con programmi di prevenzione, educazione, supporto e counseling. L’organizzazione dell’evento è stata a cura di Gisella D’Anna e la regia è stata affidata ad Antonio Moccia, presidente dell’Associazione culturale “Sophìa”, mentre il reportage fotografico è stato realizzato dal fotografo e fotoreporter Luigi Buonincontro.